Una volta provato non ne potrete fare a meno...
domenica 17 agosto 2014
giovedì 14 agosto 2014
Torta di compleanno Tommaso
Martedì il mio ometto ha compiuto 4 anni e ovviamente non poteva mancare una super torta con un personaggio speciale...
domenica 10 agosto 2014
Polpette di zucchine
Ma chi lo ha detto che le zucchine si cucinano sempre allo stesso modo?
Ecco qui le melanzane impolpettate.
Ecco qui le melanzane impolpettate.
Sono tornata...
Pensavate fossi sparita per sempre eh? E invece no... ho solo avuto un periodo molto movimentato causa trasloco.
Ma adesso sono di nuovo qui, carica più che mai e con tantissime nuove ricette vegetariane.
Presto vi farò di nuovo leccare i baffi... spero!.
Intanto... godetevi l'estate...
Ma adesso sono di nuovo qui, carica più che mai e con tantissime nuove ricette vegetariane.
Presto vi farò di nuovo leccare i baffi... spero!.
Intanto... godetevi l'estate...
giovedì 24 aprile 2014
mercoledì 23 aprile 2014
Torta compleanno
Ieri era il compleanno di mio fratello, ovviamente non poteva mancare la torta.
Una torta semplice e gustosa.
La particolarità di questa torta è che non ho fatto il semplice pan di spagna, ma una vera e propria torta al cacao che spesso faccio per inzuppare nel latte.
Una torta semplice e gustosa.
La particolarità di questa torta è che non ho fatto il semplice pan di spagna, ma una vera e propria torta al cacao che spesso faccio per inzuppare nel latte.
giovedì 10 aprile 2014
lunedì 7 aprile 2014
Quiche con broccoletti
Che adoro le torte salate lo sapete già e che adoro i broccoletti anche ... e quindi ecco qui un mix speciale.
L'altro giorno su facebook ho dato l'ultimo saluto ai broccoletti visto che è finita la stagione, quindi anche qui volevo dedicare quest'ultima ricetta ai broccoletti.
L'altro giorno su facebook ho dato l'ultimo saluto ai broccoletti visto che è finita la stagione, quindi anche qui volevo dedicare quest'ultima ricetta ai broccoletti.
sabato 5 aprile 2014
Fragole inzuppate in un delizioso sorbetto al limone
Mi scuso per la lunga assenza ma tra vari malanni di stagione e una serie di intoppi, la Cambusa è stata ferma per un pò.
Ma ormai abbiamo aperto le porte alla primavera e quindi ricomincio da qui: da un delizioso sorbetto al limone Polenghi, dove poter inzuppare delle dolcissime fragole di stagione.
Ma ormai abbiamo aperto le porte alla primavera e quindi ricomincio da qui: da un delizioso sorbetto al limone Polenghi, dove poter inzuppare delle dolcissime fragole di stagione.
Sorbetto al limone Polenghi |
lunedì 10 marzo 2014
lunedì 3 marzo 2014
giovedì 27 febbraio 2014
Risotto agli spinaci
Sono di stagione e sono buonissimi... fate un risotto gustosissimo.
Per invogliare Tommaso, lo abbiamo chiamato il risotto di Hulk...
Per invogliare Tommaso, lo abbiamo chiamato il risotto di Hulk...
martedì 25 febbraio 2014
lunedì 24 febbraio 2014
Cheesecake con mousse al cioccolato
In questi giorni splende il sole e si respira aria di primavera... quindi niente forno e godiamoci un dolce fresco.
giovedì 20 febbraio 2014
Bruschette al forno con il pomodoro e bruschette con crema di olive verdi e mandorle
La serata bruschetta ci rende felici e io amo sbizzarrirmi.
Questa volte oltre la classica bruschetta con il pomodoro ho preparato una deliziosa crema con olive verdi e mandorle.
Questa volte oltre la classica bruschetta con il pomodoro ho preparato una deliziosa crema con olive verdi e mandorle.
Piatti Ecobioshopping |
mercoledì 19 febbraio 2014
Pane di mais fritto in pastella di mais
Questi quadratini di pane fritti nella pastella di mais sono stati squisiti.
Provare per credere.
Provare per credere.
Piatti Ecobioshopping |
lunedì 17 febbraio 2014
1° collaborazione Poleghi
Una collaborazione golosa e fresca...
La mission del Gruppo Poleghi è
quella di proporre nuove tendenze in cucina sviluppando prodotti
innovativi legati alle tradizioni e alla natura. La Polenghi, conosciuta
sul mercato come “specialista del limone”, negli anni sviluppa le
proprie potenzialità in più settori, diversificando la propria capacità
produttiva con risultati eccellenti che la portano ad essere leader
affermata ed indiscussa sul mercato di riferimento.
Un’azienda moderna, innovativa,
tecnologicamente all’avanguardia, attenta alle esigenze di mercato,
impegnata in un continuo aggiornamento e miglioramento qualitativo dei
prodotti con un’ampia scelta: dal succo di limone ad una
diversificazione che propone bevande, condimenti, mousse, cioccolato e
prodotti culinari, correlati al limone, di alto contenuto di servizio.
Un successo derivato anche dalla forza e
dalle lungimiranti intuizioni della Famiglia Polenghi da sempre alla
guida dell’azienda. L’impegno dunque una questione di famiglia: valori
ed esperienza condivisi e trasmessi da più di una generazione da
Giancarlo Polenghi ed il figlio Marco Polenghi, attualmente insieme alla
guida del Gruppo.
Polenghi Group è composta da 3 unità
produttive a livello Europeo di cui 1 in Italia, specializzata nella
produzione e confezionamento del succo di limone, sorbetti e condimenti ;
1 in Francia, orientata allo sviluppo di concetti innovativi di
preparati e condimenti con il sistema aerosol; 1 in Belgio, fortemente
sviluppata nella produzione delle specialità di cioccolato Belga.
Polenghi esporta in più di 50 Paesi in
alcuni dei quali è leader di mercato producendo più di 95 milioni di
pezzi annui. Nel tempo, oltre all’area Europea, si è affermata anche in
America, Estremo Oriente, Australia, e Paesi Arabi.
Oggi, con i 3 stabilimenti estesi su una
superficie di 20.000 mq., 140 dipendenti e collaboratori ed un
fatturato di oltre €40 milioni, la Polenghi occupa posizioni di rilievo
nei mercati mondiali.
Da più di 40 anni la figura di Giancarlo Polenghi rappresenta per l’azienda la conoscenza, l’esperienza, l’affidabilità.
E’ proprio lui che in prima persona dal 1976 sceglie le materie prime, visita i limoneti, si accerta della qualità dei frutti e controlla che la piantumazione, la fioritura e la raccolta seguano il naturale ciclo di crescita.
Si assicura inoltre che l’intero processo di spremitura avvenga rispettando le più rigorose normative di igiene e sicurezza. Supervisiona l’ingresso della materia prima e segue l’intera trasformazione passo per passo, verificando con degli accurati test la qualità del succo.
Esamina il packaging creato nella divisione interna del soffiaggio, un comparto aziendale da lui fortemente voluto, avendo intuito l’importanza di realizzare internamente i contenitori del suo succo di limone.
Tra le linee di produzione non manca il suo controllo, si accerta quindi che anche il prodotto finito possa corrispondere agli standard richiesti dal mercato e dai clienti stessi.
Giancarlo Polenghi rappresenta il fulcro del Gruppo, un abile regista che da più di 40 anni guida con saggezza l'azienda.
E’ proprio lui che in prima persona dal 1976 sceglie le materie prime, visita i limoneti, si accerta della qualità dei frutti e controlla che la piantumazione, la fioritura e la raccolta seguano il naturale ciclo di crescita.
Si assicura inoltre che l’intero processo di spremitura avvenga rispettando le più rigorose normative di igiene e sicurezza. Supervisiona l’ingresso della materia prima e segue l’intera trasformazione passo per passo, verificando con degli accurati test la qualità del succo.
Esamina il packaging creato nella divisione interna del soffiaggio, un comparto aziendale da lui fortemente voluto, avendo intuito l’importanza di realizzare internamente i contenitori del suo succo di limone.
Tra le linee di produzione non manca il suo controllo, si accerta quindi che anche il prodotto finito possa corrispondere agli standard richiesti dal mercato e dai clienti stessi.
Giancarlo Polenghi rappresenta il fulcro del Gruppo, un abile regista che da più di 40 anni guida con saggezza l'azienda.
sabato 15 febbraio 2014
Pane con farina di mais
Adoro mischiare le farine per fare il pane, ogni settimana è una nuova scoperta di sapore e consistenza.
Questa settima ho provato a mischiare la farina di mais, un vero trionfo.
Questa settima ho provato a mischiare la farina di mais, un vero trionfo.
giovedì 13 febbraio 2014
Il mio ciambellone marmorizzato fatto da Marika
Ho deciso di raccogliere tutte le mie ricette fatte da voi, per vedere le differenze, per migliorare e per prendere spunto da eventuali vostre modifiche che possono arricchire le ricette.
Iniziamo così con la prima ricetta fatta dalla mia amica Marika.
Marika ha arricchito il suo ciambellone co i soldini di cioccolato rimasti dal giorno della Befana.
Idee & ricette di cucina By Marika
Iniziamo così con la prima ricetta fatta dalla mia amica Marika.
Marika ha arricchito il suo ciambellone co i soldini di cioccolato rimasti dal giorno della Befana.
Idee & ricette di cucina By Marika
mercoledì 12 febbraio 2014
Le campagnole
Adoro questi biscotti, sono proprio i miei preferiti e quindi ecco qui la mia versione.
Piatti ecobioshopping |
martedì 11 febbraio 2014
1° collaborazione McVitie's Digestive
E' davvero un piacere poter collaborare con questa azienda, visto la bontà di questi biscotti.
McVitie's Digestive |
venerdì 7 febbraio 2014
Biscotti di riso e mais
martedì 4 febbraio 2014
1° collaborazione Pema
Dato che sono un'amante del pane, non potevo non accettare questa collaborazione con Pema...
Un pane buonissimo e semplicissimo.
Un pane buonissimo e semplicissimo.
La storia delle aziende non è diversa dalle storie di vita, a volte il caso gioca un ruolo importante.Quella
di PEMA comincia da un malinteso linguistico. Mio padre Heinrich
Leupoldt, con mia madre Alma, faceva il pasticcere continuando l’opera
dei suoi genitori, Adam e Elise, che nel 1905 avevano aperto un negozio a Weissenstadt nel Parco Naturale del Fichtelgebirge.Specialità i Lebkuchen, tipici dolci tedeschi di panpepato.Un
giorno legge che un’azienda dei dintorni mette in vendita macchinari
per la lavorazione dei Lebkuchen e con l’idea di incrementare la sua
attività di pasticcere, la compera. Subito dopo però scopre l’equivoco:
si tratta di macchinari progettati per una certa qualità di pane nero,
che in Boemia ha lo stesso nome dei dolci di panpepato.Accetta il capriccio del destino, non si scoraggia e decide di mettersi a fare anche il pane. Lui è un pasticcere e sa lavorare di fino, conosce tutti i segreti della sua arte e li mette al servizio della nuova attività.
PEMA nasce così. E’ il 1950.Il nome che mio padre sceglie è lo specchio del suo progetto: Pema in tibetano significa fior di loto e ha come significato simbolico la purezza. Una bella intuizione, vista con gli occhi di oggi. Tre sono infatti i principi-guida della nuova attività: usare cereali provenienti da un’agricoltura pulita, senza chimica, scegliere lavorazioni semplicissime, capaci di esaltare il gusto e di mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei cereali e usare tutto il tempo che serve. Sono le regole per fare un pane buono. Ma anche un pane che fa bene.
PEMA nasce così. E’ il 1950.Il nome che mio padre sceglie è lo specchio del suo progetto: Pema in tibetano significa fior di loto e ha come significato simbolico la purezza. Una bella intuizione, vista con gli occhi di oggi. Tre sono infatti i principi-guida della nuova attività: usare cereali provenienti da un’agricoltura pulita, senza chimica, scegliere lavorazioni semplicissime, capaci di esaltare il gusto e di mantenere intatte le proprietà nutrizionali dei cereali e usare tutto il tempo che serve. Sono le regole per fare un pane buono. Ma anche un pane che fa bene.
Così Franz Leupoldt, l’attuale titolare, racconta gli inizi dell’azienda.L’esperienza
di Heinrich si concentra subito sulla lievitazione naturale, l’unica in
grado di dare al pane un sapore inconfondibile, renderlo più digeribile
e mantenerlo fresco a lungo. Mette a punto la “sua” ricetta. Da allora è
rimasta immutata. Ed è un segreto di famiglia.
La freschezza del pane è per lui un aspetto fondamentale. Studia e realizza uno speciale confezionamento che, insieme alla pastorizzazione, permette di portare in tavola un pane fresco per molti giorni. Senza usare conservanti e additivi. Sono i punti di forza che mettono PEMA sulla strada maestra della qualità.
Franz Leupoldt entra in azienda nel 1960. Progetta macchinari in grado di automatizzare la produzione del pane, in particolare la cottura, una componente fondamentale della filiera. Il suo è un importante contributo tecnologico che traghetta PEMA dalla fase artigianale a quella industriale. Senza cambiare le regole e mantenendo intatta la qualità della produzione.
La freschezza del pane è per lui un aspetto fondamentale. Studia e realizza uno speciale confezionamento che, insieme alla pastorizzazione, permette di portare in tavola un pane fresco per molti giorni. Senza usare conservanti e additivi. Sono i punti di forza che mettono PEMA sulla strada maestra della qualità.
Franz Leupoldt entra in azienda nel 1960. Progetta macchinari in grado di automatizzare la produzione del pane, in particolare la cottura, una componente fondamentale della filiera. Il suo è un importante contributo tecnologico che traghetta PEMA dalla fase artigianale a quella industriale. Senza cambiare le regole e mantenendo intatta la qualità della produzione.
Franz Leupoldt, aggiunge, in chiusura, una considerazione.
Vorrei mettere l’accento sul lato femminile di PEMA. La mia bisnonna e mia nonna hanno avuto un ruolo importante negli anni in cui l’azienda prendeva forma e cercava il suo spazio nel mercato. Oggi mia moglie, Laura Krainz, è al mio fianco nella direzione. Viene da Trieste, una città italiana dalle grandi tradizioni cosmopolite e ha portato in azienda una ventata di aria nuova. E’ suo il progetto di marketing che ha fatto conoscere PEMA ai mercati internazionali. E’ sua la responsabilità della comunicazione cui è affidato il compito di trasmettere l’impegno e i valori dell’azienda nel delicato confronto fra tradizione e modernità.
Vorrei mettere l’accento sul lato femminile di PEMA. La mia bisnonna e mia nonna hanno avuto un ruolo importante negli anni in cui l’azienda prendeva forma e cercava il suo spazio nel mercato. Oggi mia moglie, Laura Krainz, è al mio fianco nella direzione. Viene da Trieste, una città italiana dalle grandi tradizioni cosmopolite e ha portato in azienda una ventata di aria nuova. E’ suo il progetto di marketing che ha fatto conoscere PEMA ai mercati internazionali. E’ sua la responsabilità della comunicazione cui è affidato il compito di trasmettere l’impegno e i valori dell’azienda nel delicato confronto fra tradizione e modernità.
lunedì 3 febbraio 2014
Torta rustica con verdure miste
sabato 1 febbraio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
Risotto al pomodoro e mozzarella
sabato 25 gennaio 2014
giovedì 23 gennaio 2014
Ricetta vincitrice del mio primo contest "La ricetta dei ricordi"
Eccoci qui... è stata dura ma abbiamo deciso.
La ricetta vincitrice del mio primo contest "La ricetta dei ricordi" è :
Pandolce genovese alto
Ciao a tutti!
Eccoci arrivati al primo post del nuovo anno...e con cosa ho pensato di ricominciare...un dolce!!!
Già...un
dolce...ma non un dolce qualsiasi... no...un dolce che quando ne sento
il profumo...mi viene subito da pensare al Natale, alle mie nonne, al
Natale di quando ero bambina...infatti questo dolce è tipico della mia
città e non manca mai sulle nostre tavole durante le feste...a dir la
verità spesso non manca neppure a colazione, vi assicuro che una fetta
di pandolce inzuppata nel latte vi fa iniziare benissimo la giornata!!!
Lo so...ormai il Natale è trascorso e tra pochi giorni si tornerà alla normalità...ma non potevo non presentarvi questa ricetta per due motivi...uno, i ricordi che mi suscita, legati alla mia famiglia, alle mie nonne che lo preparavano ogni anno e sulle quali avrei mille aneddoti da raccontare e due, perché l’ho preparato utilizzando il mio “Pupetto” cioè il mio giovane lievito madre e quindi la soddisfazione è doppia.
La ricetta che vi propongo oggi, lo scorso anno avevo preparato la versione bassa del pandolce genovese (qui e qui),
non è la ricetta della mia famiglia, perché la mia nonna materna lo ha
sempre preparato col lievito di birra...ricordo che lo lasciava
lievitare tutta la notte sul calorifero della cucina e immancabilmente
al mattino il pandolce era uscito dal tegame e colato lungo il
calorifero...mentre la nonna paterna lo faceva col crescente, che in
genovese è il lievito madre, ma è mancata che ancora non avevo scoperto
la mia passione per la cucina e quindi le sue ricette sono andate per lo
più perse...ahimè!!!
Così cercando sul web sono arrivata da Eugenio, un mio concittadino, che nel suo blog appunto presentava questa favolosa ricetta, la stessa ricetta di Eugenio è stata anche ripetuta da Nanni, io ho preparato la ricetta di Eugenio prendendo qualche consiglio sul procedimento da Nanni. Quindi ho potuto testare il mio “Pupetto” e devo dire di esserne molto orgogliosa!!!
Secondo
lo storico Luigi Augusto Cervetto (1834-1923), il Pandolce ha origini
persiane, soprattutto per una ritualità ad esso legata: appena spuntava
l’alba del giorno di Capodanno, il più giovane fra i sudditi portava al
Re come dono beneaugurante un grande pane dolce, pieno di mele e
canditi, che veniva diviso fra tutti i dignitari di Corte.
Ancora oggi sulle tavole liguri, dovrebbe essere il più giovane della famiglia a portare a tavola il pandolce, togliendone dalla cima un rametto d’alloro simbolo di benessere e fortuna. Secondo altri deriva dall’antichissimo pane ligure detto pan co-o zebibbo , con l’uva secca, arricchito negli anni di cedro o zucca candita, acqua di fior d’arancio, semi di finocchio, pinoli…
Secondo la tradizione la prima fetta va tenuta da parte per i poveri e un'altra va conservata per il giorno di San Biagio (3 febbraio), inoltre deve essere il più anziano ad affettarlo, mentre la padrona di casa recita una preghiera:
Andiamo insieme a vedere la ricetta un po’ lunga...ma vi garantisco che ne vale la pena...il risultato è stato spettacolare...e lo so...mi sto facendo i complimenti da sola!!!
Con questa dose ho fatto 2 pandolci
da 1080 g e 4 pandolci da 400 g (li ho fatti più piccoli perché poi li
ho utilizzati per i pacchi dono di Natale), oppure potete dividere
l’impasto per ottenere 2 pandolci da chilo e 2 da tre quarti cioè
dividendo in 4 parti: 2 da 1080 g (per avere il kg) e 2 da 800 g (per
avere il pandolce da ¾)...che poi sono le due pezzature in cui si trova
nelle nostre pasticcerie questo dolce.
PANDOLCE GENOVESE ALTO (pandöçe zenéise)
INGREDIENTI:
PROCEDIMENTO:
Primo giorno:
1° RINFRESCO (ore 12):
Sciogliete la pasta madre nell’acqua quindi aggiungete la farina e procedete con il rinfresco. Mettete a lievitare per circa 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
2° RINFRESCO (ore 15):
Procedere col secondo rinfresco quindi lasciare lievitare per altre 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
3° RINFRESCO (ore 18):
Procedere col terzo rinfresco quindi lasciare lievitare per altre 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
1° IMPASTO (ore 21.30):
Dei 480 g di crescente (pasta madre) ottenuto con i tre rinfreschi ravvicinati ne utilizzo solo 350 g quindi:
INGREDIENTI:
PROCEDIMENTO:
Nella ciotola dell’impastatrice mettete il lievito madre a pezzetti, l’acqua, l’acqua di fior d’arancio e metà della farina. Iniziate ad impastare, quindi aggiungete le uova, lo zucchero e la rimanente farina poco alla volta. Aggiungete la buccia del limone. Lasciate lavorare molto l’impastatrice, otterrete un impasto omogeneo anche se con un aspetto ancora un po’ grezzo.
Aggiungete ora il burro poco alla volta, impastate fino quando sarà tutto ben assorbito e l’impasto avrà preso un po’ di elasticità.
Togliete la buccia del limone. Lasciate lievitare le prime 3 ore a 27-28°C e per le restanti 6-7 ore a temperatura ambiente. (Io l’ho lasciato lievitare l’intera notte, le prime ore vicino al calorifero poi chiuso nel forno spento).
Secondo giorno:
2° IMPASTO (ore 8.40):
INGREDIENTI:
Prima di iniziare ad impastare mescolare in un tegame i condimenti: l’uvetta (precedentemente ammollata in acqua e asciugata per bene), la scorza di arancia e il cedro, i pinoli e i semi di finocchio. Mescolare bene e fate intiepidire qualche minuto in forno in modo da aggiungere un insieme tiepido all’impasto.
Iniziate l’impasto. Sgonfiate il primo impasto e mettetelo nella ciotola dell’impastatrice con il marsala, lo zucchero e metà della farina. Impastate fino ad avere un impasto omogeneo.
Aggiungete ora l’altra farina e il sale, quindi il burro a pezzetti poco alla volta. Ed infine aggiungete i condimenti tiepidi.
Impastate a lungo quindi coprite la ciotola dell’impastatrice e lasciatelo riposare per circa 45 minuti.
Dopo questo tempo di riposo, dividete l’impasto secondo le pezzature desiderate, nel mio caso ho diviso l’impasto in due pezzi da 1080 grammi per ottenere (una volta cotti) pandolci da un chilo e in quattro pezzi da 400 g. Sull’asse di legno, dare a ogni pezzo una forma il più possibile sferica (prima tornitura) e coprirli con una tovaglia lasciandoli riposare per circa 30 minuti.
Trascorsi i 30 minuti, procedete alla seconda tornitura cioè rimetterli in forma sferica facendo attenzione che la parte sottostante sia ben chiusa (senza grinze). Coprite nuovamente con la tovaglia e lasciarli lievitare per 7/8 ore mantenendo la temperatura ambiente sempre a 27/28 gradi. Io li ho lasciati sulla spianatoia coperti e, come faceva la mia nonna, ho messo la spianatoia vicino al calorifero!
(ore 18.30)
Preriscaldate il forno a 190°C. Prima di infornare praticare 3 tagli sulla sommità di ciascun pandolce disegnando un triangolo. Quindi ponete i pandolci delicatamente su una placca da forno coperta di carta forno e cuocete a 190°C per circa 55-60 minuti quelli da 1080 g e per circa 40 minuti quelli piccoli da 400 g. Dopo i primi 15 minuti circa (subito dopo lo sviluppo) coprili con alluminio per poi scoprirli 20 minuti prima della fine della cottura.
Sfornare i pandolci e lasciarli raffreddare su una griglia.
Lasciate riposare il pandolce per almeno 24h prima di assaggiarlo.
Buon appetito!
La ricetta vincitrice del mio primo contest "La ricetta dei ricordi" è :
Pandolce genovese alto
PANDOLCE GENOVESE ALTO (pandöçe zenéise)...a lievitazione naturale!
Ciao a tutti!
Eccoci arrivati al primo post del nuovo anno...e con cosa ho pensato di ricominciare...un dolce!!!
Lo so...ormai il Natale è trascorso e tra pochi giorni si tornerà alla normalità...ma non potevo non presentarvi questa ricetta per due motivi...uno, i ricordi che mi suscita, legati alla mia famiglia, alle mie nonne che lo preparavano ogni anno e sulle quali avrei mille aneddoti da raccontare e due, perché l’ho preparato utilizzando il mio “Pupetto” cioè il mio giovane lievito madre e quindi la soddisfazione è doppia.
Così cercando sul web sono arrivata da Eugenio, un mio concittadino, che nel suo blog appunto presentava questa favolosa ricetta, la stessa ricetta di Eugenio è stata anche ripetuta da Nanni, io ho preparato la ricetta di Eugenio prendendo qualche consiglio sul procedimento da Nanni. Quindi ho potuto testare il mio “Pupetto” e devo dire di esserne molto orgogliosa!!!
Ancora oggi sulle tavole liguri, dovrebbe essere il più giovane della famiglia a portare a tavola il pandolce, togliendone dalla cima un rametto d’alloro simbolo di benessere e fortuna. Secondo altri deriva dall’antichissimo pane ligure detto pan co-o zebibbo , con l’uva secca, arricchito negli anni di cedro o zucca candita, acqua di fior d’arancio, semi di finocchio, pinoli…
Secondo la tradizione la prima fetta va tenuta da parte per i poveri e un'altra va conservata per il giorno di San Biagio (3 febbraio), inoltre deve essere il più anziano ad affettarlo, mentre la padrona di casa recita una preghiera:
vitta
lunga con stò pan, prego a tutti sanitae, comme ancheu, comme duman,
affettalu chi assettae, da mangialu in santa paxe, co-i figgeu grandi e
piccin, co-i parenti e co-i vexin, tutti i anni che vegnià, cumme spero
Dio vurrià
(vita
lunga con questo pane, prego per tutti tanta salute, come oggi, così
domani, affettarlo qui seduti, per mangiarlo in santa pace coi bambini
grandi e piccoli, coi parenti e coi vicini, tutti gli anni che verranno,
come spero Dio vorrà).
Andiamo insieme a vedere la ricetta un po’ lunga...ma vi garantisco che ne vale la pena...il risultato è stato spettacolare...e lo so...mi sto facendo i complimenti da sola!!!
PANDOLCE GENOVESE ALTO (pandöçe zenéise)
- 830 g farina manitoba
- 360 g farina 00
- 350 g “crescente” (pasta madre)
- 310 g burro
- 310 g zucchero
- 600 g uvetta
- 180 g pinoli
- 2 uova
- 240 g cedro e buccia d’arancio canditi
- 24 g semi di finocchio (la prossima volta li riduco a 15 g)
- un bicchiere non grosso acqua di fior d’arancio
- un pizzico sale
- 35 g marsala secco
PROCEDIMENTO:
Primo giorno:
1° RINFRESCO (ore 12):
- 60 g pasta madre
- 20 g acqua (22-30°C)
- 40 g farina manitoba
Sciogliete la pasta madre nell’acqua quindi aggiungete la farina e procedete con il rinfresco. Mettete a lievitare per circa 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
2° RINFRESCO (ore 15):
- 120 g pasta madre (quella ottenuta dal primo rinfresco)
- 80 g farina manitoba
- 40 g acqua
Procedere col secondo rinfresco quindi lasciare lievitare per altre 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
3° RINFRESCO (ore 18):
- 240 g pasta madre (ottenuta dai precedenti rinfreschi)
- 80 g acqua
- 160 g farina manitoba
Procedere col terzo rinfresco quindi lasciare lievitare per altre 3h nel forno chiuso con la luce accesa.
1° IMPASTO (ore 21.30):
Dei 480 g di crescente (pasta madre) ottenuto con i tre rinfreschi ravvicinati ne utilizzo solo 350 g quindi:
INGREDIENTI:
- 350 g crescente (pasta madre) in forza
- 180 g acqua
- 160 g acqua di fior d’arancio
- 2 uova
- 700 g farina manitoba
- 300 g farina 00
- 230 g zucchero
- 230 g burro
- buccia intera di un limone (solo la parte gialla)
PROCEDIMENTO:
Nella ciotola dell’impastatrice mettete il lievito madre a pezzetti, l’acqua, l’acqua di fior d’arancio e metà della farina. Iniziate ad impastare, quindi aggiungete le uova, lo zucchero e la rimanente farina poco alla volta. Aggiungete la buccia del limone. Lasciate lavorare molto l’impastatrice, otterrete un impasto omogeneo anche se con un aspetto ancora un po’ grezzo.
Aggiungete ora il burro poco alla volta, impastate fino quando sarà tutto ben assorbito e l’impasto avrà preso un po’ di elasticità.
Togliete la buccia del limone. Lasciate lievitare le prime 3 ore a 27-28°C e per le restanti 6-7 ore a temperatura ambiente. (Io l’ho lasciato lievitare l’intera notte, le prime ore vicino al calorifero poi chiuso nel forno spento).
Secondo giorno:
2° IMPASTO (ore 8.40):
INGREDIENTI:
- tutto il 1° impasto
- 35 g marsala secco
- 80 g zucchero
- 80 g burro
- 1 cucchiaino di sale
- 130 g farina manitoba
- 60 g farina 00
- 600 g uvetta
- 240 g scorza arancia e cedro candito
- 180 g pinoli
- 24 g semi finocchio (la prossima volta li ridurrò a 15 g)
Prima di iniziare ad impastare mescolare in un tegame i condimenti: l’uvetta (precedentemente ammollata in acqua e asciugata per bene), la scorza di arancia e il cedro, i pinoli e i semi di finocchio. Mescolare bene e fate intiepidire qualche minuto in forno in modo da aggiungere un insieme tiepido all’impasto.
Iniziate l’impasto. Sgonfiate il primo impasto e mettetelo nella ciotola dell’impastatrice con il marsala, lo zucchero e metà della farina. Impastate fino ad avere un impasto omogeneo.
Aggiungete ora l’altra farina e il sale, quindi il burro a pezzetti poco alla volta. Ed infine aggiungete i condimenti tiepidi.
Impastate a lungo quindi coprite la ciotola dell’impastatrice e lasciatelo riposare per circa 45 minuti.
Dopo questo tempo di riposo, dividete l’impasto secondo le pezzature desiderate, nel mio caso ho diviso l’impasto in due pezzi da 1080 grammi per ottenere (una volta cotti) pandolci da un chilo e in quattro pezzi da 400 g. Sull’asse di legno, dare a ogni pezzo una forma il più possibile sferica (prima tornitura) e coprirli con una tovaglia lasciandoli riposare per circa 30 minuti.
Trascorsi i 30 minuti, procedete alla seconda tornitura cioè rimetterli in forma sferica facendo attenzione che la parte sottostante sia ben chiusa (senza grinze). Coprite nuovamente con la tovaglia e lasciarli lievitare per 7/8 ore mantenendo la temperatura ambiente sempre a 27/28 gradi. Io li ho lasciati sulla spianatoia coperti e, come faceva la mia nonna, ho messo la spianatoia vicino al calorifero!
(ore 18.30)
Preriscaldate il forno a 190°C. Prima di infornare praticare 3 tagli sulla sommità di ciascun pandolce disegnando un triangolo. Quindi ponete i pandolci delicatamente su una placca da forno coperta di carta forno e cuocete a 190°C per circa 55-60 minuti quelli da 1080 g e per circa 40 minuti quelli piccoli da 400 g. Dopo i primi 15 minuti circa (subito dopo lo sviluppo) coprili con alluminio per poi scoprirli 20 minuti prima della fine della cottura.
Sfornare i pandolci e lasciarli raffreddare su una griglia.
Lasciate riposare il pandolce per almeno 24h prima di assaggiarlo.
Buon appetito!
Plumcake salato e profumato
Lo so... ho peccato: ho usato la pancetta!!!!! Erano secoli che non usavo la carne ma questa volta non ho resistito.
martedì 21 gennaio 2014
Torta rustica con patate fritte
lunedì 20 gennaio 2014
domenica 19 gennaio 2014
Contest terminato
Cari partecipati dichiaro ufficialmente chiuso il mio primo Contest.
Le vostre ricette sono tutte squisite e con ottime foto, sarà difficle poter scegliere, soprattutto perchè è la prima volta.
Come vi avevo già accennato non sarò da sola a scegliere il vincitore ma verrò affiancata da una collaboratrice dell'azienda Molini Pizzuti.
Una volta eletto il vincitore ( dateci un pò di giorni di tempo), tramite mail mi manderete il vostro indirizzo e provedderemo ad inviarvi la fornitura di farine.
AUGURO A TUTTI VOI UN GROSSO IN BOCCA AL LUPO... CHE VINCA IL MIGLIORE.
Le vostre ricette sono tutte squisite e con ottime foto, sarà difficle poter scegliere, soprattutto perchè è la prima volta.
Come vi avevo già accennato non sarò da sola a scegliere il vincitore ma verrò affiancata da una collaboratrice dell'azienda Molini Pizzuti.
Una volta eletto il vincitore ( dateci un pò di giorni di tempo), tramite mail mi manderete il vostro indirizzo e provedderemo ad inviarvi la fornitura di farine.
AUGURO A TUTTI VOI UN GROSSO IN BOCCA AL LUPO... CHE VINCA IL MIGLIORE.
sabato 18 gennaio 2014
venerdì 17 gennaio 2014
Crostata pere e cioccolato
Erano secoli che volevo fare una crostata con pere e cioccolato.
Ieri avevo un sacco di pere che stavano facendo una brutta fine perchè nessuno le stava mangiando e quindi mi sono messa all'opera.
Ieri avevo un sacco di pere che stavano facendo una brutta fine perchè nessuno le stava mangiando e quindi mi sono messa all'opera.
mercoledì 15 gennaio 2014
Buccellati Siciliani
Lo so lo so che il Natale è finito, ma visto che sono stata male pubblico in ritardo questa ricetta dedicata al Natale e spero possiate perdonarmi.
E' una ricetta della mia Sicilia, che ogni tanto vale la pena ricordare perchè bene o male la porto sempre nel cuore.
E' una ricetta della mia Sicilia, che ogni tanto vale la pena ricordare perchè bene o male la porto sempre nel cuore.
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lunedì 13 gennaio 2014
Pizza di patate o come si dice Gateau di patate
La pizza di patate era una tradizione quando vivevo con le mie coinquiline... una teglia congelata non mancava mai.
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sabato 11 gennaio 2014
Orecchiette con ceci e scarola
Giorni fa mio marito ha comprato la scarola ed ero in confusione perchè non sapevo come cucinarla, poi ho trovato questa delizia...
domenica 5 gennaio 2014
Facciotte di Topolino
I biscotti di Topolino stanno facendo il boom in questi giorni e anche noi non ce li siamo fatti mancare.
Accompagnati da una buonissima tazza di the Lemon e Ginger, Clipper Teas sono un'ottima merenda invernale.
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The Lemon e Ginger, Clipper Teas - Distributore Italia La finestra sul cielo
Accompagnati da una buonissima tazza di the Lemon e Ginger, Clipper Teas sono un'ottima merenda invernale.
The Lemon e Ginger, Clipper Teas - Distributore Italia La finestra sul cielo
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